Una rivista di nome EMMA: impressioni dopo la lettura del primo numero


Abbiamo sotto gli occhi il primo numero della rivista “EMMA. Culture e pensieri libertari” (marzo 2021) e possiamo quindi azzardare qualche valutazione.

La redazione è composta da Sara Marchesi e Carlotta Pedrazzini (già redattrice di “A rivista anarchica”) quest’ultima nell’editoriale “Resistere al deserto” delinea il programma della nuova avventura editoriale:
“affrontare, attraverso analisi di ampio respiro, i problemi del nostro tempo, mantenendo alta l’attenzione critica nei confronti del potere, delle derive autoritarie, delle ingiustizie. Con l’obiettivo di provare a fornire strumenti per l’interpretazione di un contesto socio-politico che rifiutiamo e che vogliamo cambiare” rivolgendosi a lettrici e lettori “senza sicumera e senza la pretesa di detenere la verità”. EMMA sarà un periodico semestrale con l’obiettivo di “ritagliare, all’interno del panorama dell’informazione italiana, uno spazio per i pensieri, le lotte e le esperienze di matrice libertaria, che vada ad affiancarsi a progetti già esistenti.” Il nome della rivista vuole essere un tributo all’anarchica Emma Goldman.

La prima cosa che balza all’occhio è la grafica, bellissima. Nulla a che vedere con l’aspetto spartano di “Umanità Nova”o del “Seme anarchico”.


La seconda è il prezzo: 15 euro per 80 pagine (edizione digitale a 12 euro). Se consideriamo che il prezzo di “A-Rivista anarchica” si aggirava intorno ai 6 euro temiamo che questo elemento possa disincentivare la diffusione del nuovo periodico. È ben vero che “A” poteva fruire del generoso sostegno economico del direttore storico, il compianto Paolo Finzi, mentre EMMA deve camminare sulle sue gambe. Anche la scelta di appoggiarsi ad un editore non di movimento (Prospero) e di andare in distribuzione nelle librerie ha probabilmente il suo costo. Una rivista autogestita come il quadrimestrale “Zapruder” non ha in definitiva un prezzo troppo diverso.

Se veniamo al contenuto di questo primo numero troviamo analisi interessanti ma sostanzialmente in linea con quanto possiamo trovare nel resto della stampa anarchica. Certo una rondine non fa primavera, ma l’impressione è che EMMA piuttosto che produrre “analisi di ampio respiro” si proponga di colmare il vuoto lasciato dalla repentina chiusura di “A rivista anarchica” (di cui abbiamo parlato in un articolo precedente) rivolgendosi ad un pubblico genericamente libertario che normalmente non si avvicina a periodici più “militanti” come “Umanità Nova” e “il Seme Anarchico”.
Effettivamente è uno spazio lasciato vuoto e che noi ci auguriamo EMMA riesca ad intercettare anche se il costo elevato e la ridotta periodicità temiamo possano interferire con questo progetto.
Abbiamo voluto essere franchi piuttosto che fare recensioni di maniera che lasciano il tempo che trovano. Detto questo sosterremo la nuova arrivata e invitiamo quanti ci leggono a fare altrettanto.
Progetti come questo meritano di essere sostenuti.