Analisi del DDL Piantedosi (ovvero da Crispi a Meloni)

Da “Umanità Nova” n. 27/ 22 settembre 2024

Giusto 130 anni fa l’Italia conosceva una delle fasi più buie della sua storia: sanguinosa repressione delle agitazioni di Fasci siciliani e di quelle in Lunigiana, emanazione delle “leggi antianarchiche” (luglio 1894) da parte del governo Crispi. Se quella stretta repressiva veniva “giustificata” all’epoca con le grandi mobilitazioni operaie e gli attentati anarchici di Sante Caserio e Paolo Lega nessun pretesto plausibile sembra esistere oggi, in una fase (purtroppo) di scarsa effervescenza sociale, per la continua adozione di provvedimenti repressivi da parte del governo Meloni.

il ministro Piantedosi

Un gravissimo pericolo è rappresentato oggi dal disegno di legge Piantedosi (vedi UN n. 24) che, nel più totale disinteresse della stampa, si sta discutendo in Parlamento. Se questo pacchetto sicurezza venisse approvato farebbe fare un salto indietro di cento anni al sistema delle libertà pubbliche nel nostro Paese.

Manca solo il ritorno del domicilio coatto (ma probabilmente ci stanno lavorando) per questo è indispensabile la più ampia mobilitazione e la più completa controinformazione sulle nuove misure in adozione. Leggi tutto “Analisi del DDL Piantedosi (ovvero da Crispi a Meloni)”

Domicilio coatto alla fine dell’Ottocento: un incontro a Milano 19 aprile 2024 (un tema molto più attuale di quanto possa sembrare…)

Nell’ultimo decennio dell’Ottocento l’Italia attraversa uno dei momenti più bui della sua storia. Dalla violenta repressione del movimento dei Fasci siciliani, all’emanazione delle “leggi anti-anarchiche” (1894) ai moti per il pane repressi a Milano dalle cannonate di Bava Beccaris (1898), fino al gesto liberatore di Gaetano Bresci. Lo Stato rafforza il suo armamentario di misure repressive (molte delle quali ancor oggi in uso nell’Italia repubblicana).

Centinaia di anarchici (ma anche molti socialisti e repubblicani) prendono la strada del domicilio coatto verso isole sperdute ma anche verso la lontana Eritrea.

Il libro, mentre evidenzia la continuità repressiva dello Stato attraverso l’emanazione di “leggi eccezionali” fino ai giorni nostri, ripercorre le vicende del decennio con ampio ricorso a periodici e numeri unici dell’epoca (oggi di non facile reperimento) che hanno registrato e inciso nel tempo le vive voci dei “coatti”. Ricostruisce le lotte dei reclusi e quelle a loro sostegno per la liberazione di tutte e di tutti e, per la prima volta, offre a lettori e ricercatori un ampio elenco dei militanti confinati (molti dei quali finora dimenticati dalla Storia).

Stato democratico e leggi repressive

(articolo da Umanità Nova) L’avvento alla Presidenza del Consiglio di una post (?) fascista, a cento anni esatti dalla marcia su Roma, ha provocato timori più che giustificati su di una futura involuzione dello “Stato di diritto” in Italia (basti pensare alle prime norme cosiddette contro i “rave party”)

Tuttavia bisogna tener conto che l’attuale Stato “democratico” dispone già di un ragguardevole bagaglio di norme repressive. Facciamone un breve elenco (e siamo sicuri che alla fine dell’articolo ne avremo dimenticate parecchie).

Misure amministrative: avviso orale, foglio di via, sorveglianza speciale sono oggi misure ampiamente usate contro attivisti, militanti no tav e sindacalisti di base, definite impropriamente “norme fasciste” , risalgono in realtà alla legge di pubblica sicurezza del 1899 voluta da Francesco Crispi. Lo Stato repubblicano si è ben guardato dall’abolirle ma le ha anzi aggravate con l’introduzione del Daspo nel 1989, via via esteso dall’ambito sportivo ad ogni tipo di manifestazione pubblica.

La misura di PS più longeva è probabilmente l’obbligo di soggiorno, che risale addirittura alle norme penali borboniche (misure per gli “attendibili”), diventa domicilio coatto col regno d’Italia, confino in epoca fascista, poi soggiorno obbligato in epoca repubblicana. Oggi si presenta in forma più edulcorata (ma con il nuovo governo chissà…)

Quanto ai cittadini stranieri “extracomunitari” con la legge Turco-Napolitano (voluta nel 1998 dalla democraticissima Europa) e l’istituzione dei Centri di Permanenza “Temporanea” (oggi Centri di Permanenza per il Rimpatrio) si è creata una vera e propria detenzione amministrativa disumana in cui il malcapitato viene incarcerato per mesi senza aver commesso alcun reato e senza alcuna reale possibilità di difesa in istituzioni totali in attesa di essere rispedito al Paese di origine. Leggi tutto “Stato democratico e leggi repressive”