Il 25 Aprile, gli anarchici e le manifestazioni “istituzionali”

Capita talvolta di vedere degli “anarchici” partecipare, diligentemente accodati, alla manifestazione istituzionale del 25 Aprile. E per istituzionale non intendiamo organizzata dall’ANPI (magari, fosse solo questo !). Intendiamo manifestazioni con picchetti armati che rendono gli onori militari, banda musicale dell’esercito, discorsi delle massime autorità ! E se capita poi che l’autorità di turno sia fascista ? Qualche fischio, un volantino di critica e la coscienza è lavata…
Ci permettiamo di dissentire. Va bene la “responsabilità individuale” ma quando è troppo è troppo.
Bordiga diceva (esagerando, certo) che “il peggior danno del fascismo era stato quello di creare l’antifascismo” intendeva dire con questo che un generico antifascismo interclassista aveva sostituito la lotta di classe, rischiando così di vanificare la coscienza rivoluzionaria sviluppata in un secolo di storia del movimento operaio.
I bordighisti scelsero per lo più di non partecipare alla Resistenza. Al contrario quasi tutti gli anarchici vi parteciparono, pagando un pesante tributo di sangue. Ma non combattevano per vaghi ideali “democratici” lottavano in una prospettiva rivoluzionaria per distruggere ogni forma di sfruttamento dell’essere umano sull’essere umano. Le condizioni storiche, la presenza di un esercito “alleato” pronto a ristabilire l’ordine costituito, le mene degli stalinisti, i danni prodotti da vent’anni di dittatura nella coscienza popolare non permisero di realizzare questo generoso e ambizioso obiettivo.
Ma valeva la pena tentare, anche contro l’impossibile.
Ora cerchiamo di non rovinare tutto assumendo l’aspetto peggiore dell’”antifascismo”.