Udine: scene di resistenza all’adunata degli alpini

(riceviamo e volentieri pubblichiamo)  L’esperienza della Dilda si è conclusa e dopo alcuni giorni di disintossicazione sentiamo la necessità di condividere una riflessione.

Da dove siamo partite

A prescindere da quanto successo l’anno scorso, noi la D.I.L.D.A – Distruggi Infùriati Lìberati e Debella gli Alpini! (sono tutti imperativi quindi non abbisognano di schwa cretini!)- per questa adunata l’avremmo fatta lo stesso. Il motivo è presto detto: l’unica eccezione di Rimini rispetto alle adunate precedenti non è stato il numero di molestie, ma l’attenzione mediatica sulle stesse.
Maschilità egemonica, tanti uomini uniti sotto il vessillo nazionalista e militare in un cameratismo da spogliatoio e imbevuti nell’alcol come ciliegine sotto spirito sono l’humus ideale per il proliferare della cultura dello stupro. Leggi tutto “Udine: scene di resistenza all’adunata degli alpini”

L’adunata degli alpini: militarismo e machismo

Ogni anno, in una città italiana diversa, si tiene l’adunata degli alpini, una kermesse che mobilita centinaia di migliaia di persone nell’apoteosi di un corpo armato dello stato. Nel 2023 tocca a Udine. Condividiamo questo articolo pubblicato su “Umanità Nova”

Dall’11 al 14 maggio 2023 è prevista ad Udine la 94a adunata degli alpini. Si prevede l’afflusso di almeno 500.000 alpini, e questo in una cittadina che raggiunge a stento i 100.000 abitanti.

l’impatto sul tessuto urbano è facile da immaginarsi e molti residenti ricordano con preoccupazione la precedente calata degli alpini nel 1996 con tende piazzate ovunque nei parchi e nelle strade, scuole chiuse, impossibilità di circolare, disagi di ogni sorta per la popolazione.

A questo si aggiunge il timore di diffuse molestie sessuali, drammaticamente venute alla luce nel precedente raduno di Rimini e denunciate coraggiosamente da molte vittime: “Le segnalazioni raccolte dalla rete Non Una di Meno Rimini, da Casa Mabida Network e da Pride Off – scriveva Selva su UN del 22/5/2022 – hanno però iniziato a crescere di numero (al momento che scrivo sono più di 500), rimbalzando sui canali social insieme a video di testimonianza. Si è passati quindi a una finta incredulità, si è cercato di accusare supposti infiltrati, si è parlato di episodi di “maleducazione fisiologica” fino a parlare delle famose e sempre ricorrenti mele marce. Tutto, pur di non vedere che è l’albero intero ad essere marcio, con tutte le sue radici e il terreno in cui cresce. Fuor di metafora, è l’intero sistema a essere marcio e le violenze compiute dagli alpini durante l’adunata sono solo una parte, questa volta fortunatamente visibilizzata, della violenza patriarcale.”

Un manifestino comparso a Udine

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