I PRINCIPI DI SAINT-IMIER

La Prima Internazionale (1864-1877) costituì il primo tentativo di creare un coordinamento fra i movimenti dei lavoratori presenti in tutti i Paesi del mondo.  Caratterizzata dalla presenza di organizzazioni molto eterogenee fra di loro vide ben presto lo scontro tra l’ala marxista e quella anarchica rappresentata prima dai sostenitori di Proudhon e poi da Bakunin.

Il conflitto verteva in particolare sull’interpretazione da dare al principio secondo cui l’emancipazione economica delle classi lavoratrici è il grande fine cui deve essere subordinato, come mezzo, ogni movimento politico “. Secondo Marx questo voleva dire creare partiti politici per giungere alla creazione di uno Stato proletario, secondo gli anarchici al contrario l’accento andava posto sulla lotta economica, la distruzione dello Stato e la creazione di una società basata sulla libera federazione “dal basso verso l’alto” . La diversità delle interpretazioni era facilitata dalla difformità tra il testo inglese e quello francese dello Statuto.

Marx brigò per ottenere il controllo dell’organizzazione fino a riuscire a far espellere Bakunin dall’Internazionale nel congresso dell’Aja  (ampiamente addomesticato) tenutosi dal 2 al 7 settembre 1872 e a far trasferire la sede del Consiglio generale a New York per sottrarlo al controllo degli avversari.

Di conseguenza il 15 e 16 settembre 1872 si riunirono a Saint-Imier i rappresentanti delle federazioni italiana, spagnola, del Giuria e di sezioni francesi e degli Stati Uniti. Le deliberazioni dell’Aja vennero disconosciute, e il congresso si dichiarò il legittimo rappresentante dell’Internazionale. Nasceva così la cosiddetta Internazionale antiautoritaria (o Internazionale di Saint-Imier) che avrebbe celebrato ancora quattro congressi internazionali fino al 1877 prima di dissolversi sotto la pressione della repressione statale. I Principi di saint-Imier sono ancor oggi considerati i principi fondanti del movimento anarchico internazionale

PRIMA RISOLUZIONE

Atteggiamento delle Federazioni riunite in Congresso a Saint-Imier, in riferimento alle risoluzioni del Congresso de L’Aia e del Consiglio generale

Considerando che l’autonomia e l’indipendenza delle federazioni e delle sezioni operaie costituiscono la condizione primaria per l’emancipazione dei lavoratori;
Che qualsiasi potere legislativo e regolamentare dato ad un Congresso sarebbe una violazione flagrante di questa autonomia e libertà:

Questo Congresso nega in principio il diritto a legiferare da parte di tutti i Congressi, siano essi generali o regionali, non riconoscendo ad essi altra missione che quella di presentare le aspirazioni, i bisogni e le idee del proletariato delle differenti località e paesi, al fine che la loro armonizzazione e unificazione si realizzino per quanto possibile; afferma che in nessun caso la maggioranza di un qualunque Congresso potrà imporre le sue risoluzioni alla minoranza. Leggi tutto “I PRINCIPI DI SAINT-IMIER”

il SEME ANARCHICO: profilo di un giornale antiautoritario

 

Il SEME ANARCHICO è una “storica” testata dell’Anarchismo in lingua italiana che si pubblica attualmente ad Alessandria. Il periodico ha sempre dato spazio a tutte le voci dell’anarchismo evitando atteggiamenti preconcetti.
Seme Anarchico è stato (ed è tutt’ora) espressione di individui che hanno proposto (e propongono) innanzitutto un’emancipazione esistenziale avulsa da tatticismi e strategie politiche modellandosi sui principi antiautoritari espressi anche nell’Internazionale Antiautoritaria (congresso di Saint-Imier del 1872) che nega diritti legislativi a qualsiasi tipo di Congresso, anche regionale; tali principi si oppongono,tra l’altro, alla pratica di una maggioranza congressuale di imporre soluzioni alla minoranza.
Riportiamo questa scheda, realizzata da compagn* che collaborano con la redazione:
Il primo numero dell’allora ‘mensile’ Seme Anarchico fu pubblicato a Torino nel 1951 dai compagni Italo Garinei e Dante Armanetti che, anche se inizialmente il giornale aderì alla federazione anarchica italiana così come strutturata nel primo dopoguerra, furono critici, insieme ad altri, ai nuovissimi Patti Associativi e a pratiche assembleari considerate eccessivamente accentratrici e burocratiche sia da parte, prima della federazione nazionale, che successivamente, dei gruppi toscani dell’epoca.

Nel 1966, dopo un breve periodo di intervallo delle pubblicazioni, Seme Anarchico riprese fino al 1968. Anche in seguito alla morte di Garinei il periodico si interruppe fino al febbraio del 1980 quando ricominciarono le pubblicazioni come mensile, grazie soprattutto all’importante lavoro redazionale dell’infaticabile compagno Ivan Guerrini e successivamente negli anni ’90 e 2000 anche di Franco Bonçiuga, Nicola Vitale, Elisa Di Bernardo e Fabio Razzi e dal Gennaio del 2010 con Antonietta Catale e Guido Durante che tutt’ora lavorano in redazione.

Il periodico ha sempre dato spazio a tutte le voci dell’anarchismo evitando atteggiamenti preconcetti.
Seme Anarchico è stato (ed è tutt’ora) espressione di individui che hanno proposto (e propongono) innanzitutto un’emancipazione esistenziale avulsa da tatticismi e strategie politiche modellandosi sui principi antiautoritari espressi anche nell’Internazionale Antiautoritaria (congresso di Saint-Imier del 1872) che nega diritti legislativi a qualsiasi tipo di Congresso, anche regionale; tali principi si oppongono,tra l’altro, alla pratica di una maggioranza congressuale di imporre soluzioni alla minoranza.

Con l’ausilio e le riflessioni di molti compagni quali Ivan Guerrini, si è svolta una riflessione costante del rapporto tra anarchismo e organizzazione, convivenza spesso problematica che ha avuto a volte derive addirittura contrarie ai fondamentali principi non autoritari.

L’iniziativa, l’azione anarchica, è innanzitutto individuale e si riproduce “nell’associazionismo volontario”: mai strutturato in organizzazioni troppo statiche e burocratiche.

Dall’analisi dei poteri (da quello statale a quello economico, da quello religioso a quello militarista), nel periodico si sono spesso proposte soluzioni e suggerimenti privi di  teoremi deterministici,  proponendo l’educazione e anche l’iniziativa individuale come strumento indispensabile per il raggiungimento della libertà e per sconfiggere l’ignoranza e i pregiudizi fomentati dalle religioni e dagli stati.

Per queste ragioni il Seme Anarchico ha sempre dato ampio spazio anche a iniziative ed articoli di carattere artistico, musicale, individuale e di cultura, oltre che di lotta e di movimento e analisi del presente, in un’ottica di strumento di comunicazione, fin dalla sua nascita, libero da ‘prassi’ di organi politici o di informazione burocratizzati o linee politiche deterministe o, peggio, di carattere autoritario. Questa, fin dal dopoguerra, è sempre stata ed è tutt’oggi la sua caratteristica distintiva.

Per contattare la redazione scrivere ai seguenti indirizzi : Antonietta Catale – Guido Durante

C.P. 233 – 15121 Alessandria; oppure semeanarchico@libero.it

Per abbonamenti e pagamenti copie versare i contributi sulla nuova Carta Postapay evolution n. 5333 1710 2771 9158 intestata a Catale Antonietta.

STORIA DEI GRUPPI DI INIZIATIVA ANARCHICA

I Gruppi di Iniziativa Anarchica (GIA) nascono durante il Convegno di Pisa del 19 dicembre 1965, dove si erano ritrovati tutti i militanti della Federazione Anarchica Italiana che avevano dato origine ad una scissione nel corso VIII Congresso di Carrara (31 ottobre-4 novembre 1965). A Carrara la maggioranza dei presenti (tra cui Umberto Marzocchi, Mario Mantovani e Gino Cerrito) aveva proposto l’adozione di un nuovo “Patto Associativo” che prevedeva la facoltà per i congressi di approvare norme vincolanti per tutti. La minoranza (tra cui Armando Borghi, Pio Turroni, Aurelio Chessa, Michele Damiani e Luciano Farinelli ) si era opposta tenendo presenti i principi di Saint-Imier che negano la facoltà legislativa dei congressi e aveva formulato una proposta alternativa di Patto. Su questo punto si era consumata la rottura.

Considerati generalmente degli ”antiorganizzatori” o degli ”individualisti” per il loro rifiuto di un patto associativo caratterizzato da norme vincolanti i Gruppi di Iniziativa Anarchica (GIA) preferivano al contrario richiamarsi al pensiero di Errico Malatesta. Leggi tutto “STORIA DEI GRUPPI DI INIZIATIVA ANARCHICA”